Calvino sul Neorealismo

“Il neorealismo non fu una scuola, ma un insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse Italie, specialmente delle Italie fino allora più sconosciute dalla letteratura.” (Italo Calvino, Prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno)

Il Neorealismo in Italia è sorto come conseguenza della crisi tra il 1940 e il 1945 che, con la guerra e la lotta antifascista, sconvolse fino alle radici e cambiò il volto all’intera società italiana. Il neorealismo si nutrì, quindi, di un modo di guardare il mondo, di una morale e di una ideologia nuove che erano proprie dell’antifascismo.
Il romanzo neorealista presenta dunque un panorama quanto mai vario e quindi anche tecniche diverse rispetto alla tipologia di narratore e alla focalizzazione. L’attenzione è comunque concentrata sulle contraddizioni interne del personaggio, inquieto per i grandi dubbi esistenziali, sconvolto per il devastante impatto di grandi tragedie storiche. Si afferma inoltre il filone della memorialistica, le cui opere, a essere precisi, non possono essere considerate dei veri e propri romanzi; infatti in esse non ci sono invenzioni narrative, ma solo testimonianze di fatti ed eventi realmente accaduti e vissuti in prima persona dai protagonisti: è il caso delle opere di Primo Levi “Se questo è un uomo” e “La tregua”.